“Staged” (costruito, messo in scena) mette l’accento sui processi di costruzione dell’immagine che caratterizzano l’opera di Anton Corbijn (Strijen, Olanda, 1955).
Il percorso espositivo presenta una selezione di immagini tratte da due sorprendenti serie fotografiche di impronta concettuale e si completa poi con l’affascinante paesaggio umano collezionato da Corbijn nel corso di una carriera quarantennale. Maestro del ritratto, il fotografo è conosciuto soprattutto per lo straordinario lavoro di documentazione umana condotto nel corso degli anni, che l’ha portato a essere il biografo visivo delle più grandi stelle del panorama musicale internazionale, del cinema e dell’arte contemporanea.
Molti di questi ritratti sono diventati il volto ufficiale degli idoli delle generazioni nate e cresciute dalla fine degli anni Settanta, tra cui Johnny Cash, David Bowie, Patti Smith, i Joy Division, i Rolling Stones, Björk e soprattutto gli U2 e i Depeche Mode, tra i protagonisti di culto della new wave anni Ottanta, sono proprio questi ultimi, infatti, l’esempio principe di un particolare sodalizio tra fotografo e soggetto, che nel caso di Corbijn si concretizza in più di venti videoclip e oltre trentacinque anni di reportage fotografici
La mostra mette in luce anche le sperimentazioni artistiche di Corbijn. Con 33 Still Lives l’attenzione cade sul soggetto: protagoniste sono le celebrità che davvero Corbijn ha incontrato e immortalato, realizzando delle messe in scena – brevi sceneggiature della durata di uno scatto – che trascinano i soggetti fotografati in nuove narrazioni, oltre i cliché delle immagini patinate. Sono composizioni dal gusto filmico, che rivisitano la fotografia di ritratto in chiave più narrativa e al tempo stesso visionaria.
Nella serie a.somebody, invece, Corbijn trasforma la propria immagine, trasformandosi in un personaggio iconico come i musicisti che amava ma prematuramente scomparsi.
Un viaggio nella carriera di Corbijn, dunque, creato attraverso i volti delle persone che l’hanno composta e ispirata.
Anton Corbijn
Anton Corbijn (Strijen, Olanda, 1955) ha iniziato a fotografare nel 1972. Nel 1979 si trasferisce a Londra, iniziando la sua collaborazione con il New Musical Express, che durerà fino al 1985, portandolo a contatto con figure come quelle degli U2 e dei Depeche Mode. Dal 1980 lavora come freelance insieme ai maggiori rappresentanti della scena musicale internazionale, realizzando anche numerosi videoclip pluripremiati. Nel 2007 realizza il suo primo lungometraggio: Control, dedicato alla vita di Ian Curtis dei Joy Division, seguito da The American (2010) con George Clooney, La Spia – A Most Wanted Man (2014) con Philip Seymour Hoffman e Life (2015) dedicato all’amicizia tra il fotografo Dennis Stock e James Dean, con Robert Pattinson.
Nel frattempo cresce anche la sua fama internazionale come fotografo, testimoniata dalle numerose mostre in spazi istituzionali come C/O Berlin (Berlino), Bucerius Kunst Forum (Amburgo), Fotografiska Museum (Stoccolma), FOMU (Anversa), Gemeentemuseum (L’Aia), Stedelijk Museum (Amsterdam), Palazzo Fortuny (Venezia), Galleria d’Arte Moderna di Bologna, Castello di Rivoli (Torino).