Lo scatto è tratto da un reportage che Pasquarelli ha realizzato per Financial Times Weekend sui piatti della tradizione romana del quinto quarto. Nel XIX secolo gli apprendisti macellai romani intorno al mattatoio di nuova costruzione a Testaccio venivano pagati in quinto quarto, cioè con le parti che un macellaio non poteva vendere. Cercavano quindi di venderli alle trattorie dei lavoratori locali, di barattarli con altri prodotti o di cucinarli per se stessi e le loro famiglie. Sono nati così alcuni dei piatti romani più gustosi e tradizionali.
Oikeiôsis è una parola greca che viene utilizzata per indicare l’autorealizzazione attraverso la conoscenza dell’Io interiore e che, nel lavoro dell’artista, ha come tema principale la nozione di memoria. La fotografa, nel suo progetto, utilizza immagini prodotte dall’infanzia fino ad oggi, applicando un processo di alterazione dell’immagine che sembra essere regolata da uno stato di coscienza a volte fragile e malinconico, a volte romantico o acuto, ma mai afferrabile. Le sue fotografie sono scatti realizzati passando tra la folla di un rave, dove i profili umani sono difficilmente riconoscibili: il pubblico diventa una sorta di ecosistema che vive e comunica attraverso immagini e suoni. Le sue fotografie raccontano la forza, la bellezza e la funzionalità del corpo umano, nonché l’amore per la propria specie e per la sua comunità.
Jacopo Valentini realizza opere che hanno spesso come soggetto la natura morta: in particolare è interessato a come, nella vita di tutti i giorni, riusciamo ad isolare un oggetto dal suo habitat e astrarlo. Indaga sulla funzione e il ruolo degli oggetti al di fuori dei loro spazi familiari. Altro tema trattato nei suoi lavori è il tema del paesaggio inteso non come elemento topografico ma come uno spazio senza dei chiari limiti: “il paesaggio è contenuto in una serie di differenti, e alle volte apparentemente lontane, situazioni”. Questi elementi sono ben visibili in opere come Pietra di Bismantova, ma anche nei Coralli della collezione Spallanzani.
A cura di Ibrahim Mahama e Eva Brioschi
Testi di Bernard Akoi-Jackson e Ibrahim Mahama; Eva Brioschi; karî’kachä seid’ou e Selom Kudjie
Progetto grafico: Studio Temp
Editore: Lenz
Copertina flessibile, 28,5 x 21 cm, 272 pagine
Anno di pubblicazione: 2022
Inglese / Italiano
Questo volume è il primo catalogo di E.ART.H., pubblicato per accompagnare la mostra inaugurale
di Ibrahim Mahama a cura di Eva Brioschi presso Eataly Art House, a Verona. È costruito come un
diario visivo dell’imponente lavoro dell’artista nella sua città natale, Tamale, un progetto
community-based fondato sulla comprensione dell’arte come esperienza totalizzante e riparatrice:
un catalizzatore di energie dirette al cambiamento e al progresso sociale. La mostra presenta testi
della curatrice Eva Brioschi, del professore e mentore di Mahama, karî’kachä seid’ou, con Selom
Kudjie, e dello stesso Mahama con Bernard Akoi-Jackson.
Voli-ni, che letteralmente significa “dentro il buco”, è composto da singole particelle con un proprio
significato: Vo, “tirare fuori”, “estrarre”; li, “trasferire”, “teletrasportare”; e ni, “qui e ora”.
Voli-ni indica quindi un’emersione dall’oscurità, da un passato fallimentare di sconfitta, verso la
possibilità di riscatto, di rigenerazione, attraverso un portale che sia reale (architettura recuperata)
o immaginario (arte).
A cura di Ibrahim Mahama e Eva Brioschi
Testi di Bernard Akoi-Jackson e Ibrahim Mahama; Eva Brioschi; karî’kachä seid’ou e Selom Kudjie
Progetto grafico: Studio Temp
Editore: Lenz
Copertina flessibile, 28,5 x 21 cm, 272 pagine
Anno di pubblicazione: 2022
Inglese / Italiano
Un’edizione speciale di 7 esemplari unici: Ibrahim Mahama è intervenuto sulle pagine del volume pubblicato per accompagnare la sua mostra inaugurale presso Eataly Art House a Verona, arricchendolo con disegni e fotografie Polaroid che testimoniano la sua continua attività di ricerca e mappatura del territorio ghanese.
Il primo catalogo di E.ART.H. è costruito come un diario visivo dell’imponente lavoro dell’artista nella sua città natale, Tamale, un progetto community-based fondato sulla comprensione dell’arte come esperienza totalizzante e riparatrice: un catalizzatore di energie dirette al cambiamento e al progresso sociale. La mostra presenta testi della curatrice Eva Brioschi, del professore e mentore di Mahama, karî’kachä seid’ou, con Selom Kudjie, e dello stesso Mahama con Bernard Akoi-Jackson.
Voli-ni, che letteralmente significa “dentro il buco”, è composto da singole particelle con un proprio significato: Vo, “tirare fuori”, “estrarre”; li, “trasferire”, “teletrasportare”; e ni, “qui e ora”.
Voli-ni indica quindi un’emersione dall’oscurità, da un passato fallimentare di sconfitta, verso la possibilità di riscatto, di rigenerazione, attraverso un portale che sia reale (architettura recuperata) o immaginario (arte).
Editore: Hannibal Books
Copertina rigida con inserti (cinque immagini diverse), 23 x 17 cm, 288 pagine
Anno di pubblicazione: 2022
Edizione in lingua inglese
In “Instanton”, Anton Corbijn, fotografo e regista di fama internazionale, presenta una serie di fotografie perlopiù inedite.
Conquistatosi la fama grazie ai celebri ritratti
di Tom Waits, dei Rolling Stones, di Marlene Dumas, di Gerhard Richter, di Clint Eastwood, di Kate Moss e di molti altri influenti musicisti, artisti, registi, modelli e stilisti, Corbijn ha inoltre scattato una serie di intriganti immagini con il suo cellulare nel corso degli ultimi anni. Instanton ne raccoglie un’ampia selezione, focalizzandosi sulle immagini della sua vita privata e dei suoi viaggi.
Il libro è stato pubblicato con cinque diverse immagini in copertina.