Opera appartenente alla mostra fotografica “Cibo e paesaggio, un tempo presente”, che esplora le ricerche che trattano il tema del cibo e il suo legame con la società e il territorio. Il progetto, nato dalla collaborazione tra E.ART.H. e CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, fa parte di un ciclo di mostre tematiche curate da Giangavino Pazzola. Protagonisti della mostra sono gli artisti selezionati per FUTURES Photography, il talent programme europeo dedicato alle tendenze emergenti della giovane fotografia.
Nella serie WaterSpell la dimensione sottomarina risulta indissolubilmente legata a quella umana e terrestre.
La condizione di ipervisibilità delle immagini che si determina nell’estrema vicinanza al soggetto così come nella lucida trasparenza di ciò che viene toccato, sommerso o bagnato dall’acqua, stabilisce i termini per la manifestazione di un accadimento. L’acqua assume il potere di risignificare la realtà e ogni soggetto sembra appartenerle, costituendo un immaginario quasi onirico, senza tempo, dall’energia aliena, che sfugge a qualsiasi sistema normativo proprio dell’esperienza quotidiana.
Opera appartenente alla mostra fotografica “Cibo e paesaggio, un tempo presente”, che esplora le ricerche che trattano il tema del cibo e il suo legame con la società e il territorio. Il progetto, nato dalla collaborazione tra E.ART.H. e CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, fa parte di un ciclo di mostre tematiche curate da Giangavino Pazzola. Protagonisti della mostra sono gli artisti selezionati per FUTURES Photography, il talent programme europeo dedicato alle tendenze emergenti della giovane fotografia.
Queste fotografie appartengono alla serie Servabo, che è una collezione di frammenti del quotidiano dell’artista, ma allo stesso tempo è la materializzazione di ciò che egli immagina e ricorda. Le immagini esplicitano la necessità di stabilire un contatto visivo con la propria terra, con le proprie radici.
Queste fotografie appartengono alla serie Servabo, che è una collezione di frammenti del quotidiano dell’artista, ma allo stesso tempo è la materializzazione di ciò che egli immagina e ricorda. Le immagini esplicitano la necessità di stabilire un contatto visivo con la propria terra, con le proprie radici.
Nella serie Orto, Caneve non racconta il pianeta dal punto di vista dell’uomo, o a partire dal mondo animale. Sposta invece l’attenzione sulle forme di vita vegetali che narrano, così, un viaggio attraverso la vegetazione della Terra, dandone una rappresentazione della ricchezza (o povertà) di biodiversità presente in ciascuna fascia climatica.
Nella serie Orto, Caneve non racconta il pianeta dal punto di vista dell’uomo, o a partire dal mondo animale. Sposta invece l’attenzione sulle forme di vita vegetali che narrano, così, un viaggio attraverso la vegetazione della Terra, dandone una rappresentazione della ricchezza (o povertà) di biodiversità presente in ciascuna fascia climatica.
Nella serie Orto, Caneve non racconta il pianeta dal punto di vista dell’uomo, o a partire dal mondo animale. Sposta invece l’attenzione sulle forme di vita vegetali che narrano, così, un viaggio attraverso la vegetazione della Terra, dandone una rappresentazione della ricchezza (o povertà) di biodiversità presente in ciascuna fascia climatica.
Nella serie Orto, Caneve non racconta il pianeta dal punto di vista dell’uomo, o a partire dal mondo animale. Sposta invece l’attenzione sulle forme di vita vegetali che narrano, così, un viaggio attraverso la vegetazione della Terra, dandone una rappresentazione della ricchezza (o povertà) di biodiversità presente in ciascuna fascia climatica.