Le opere fotografiche della serie Contrazioni esplorano gli interni, si spostano in ambienti domestici rurali, in ospedali psichiatrici abbandonati o in locali industriali spogli e labirintici.
Le porte delle diverse stanze sono aperte su androni e corridoi deserti, che lasciano intravedere angoli disabitati e in penombra: percorsi inesplorati in cui ci si addentra con curiosità, senza mai sentirsi del tutto estranei.
Qua e là sopravvive qualche arredo in disuso che riporta in vita ricordi e saperi di un vissuto comune, ormai passato.
Questo mondo ridisegnato da Stefano Tubaro con fasci di luce dai colori artificiali e inediti, accoglie simultaneamente tempi storici e cronologici successivi: l’effetto è straniante ma coinvolgente. Raramente in questi luoghi affiorano figure fantasmatiche, autoritratti indefiniti e pulsanti. Il Divenire si conferma come cifra della sua poetica che caratterizza il primo decennio del 2000 in cui Stefano Tubaro coglie il senso di uno spazio interiore alternativo, parallelo, extra-ordinario, abitato da un genius loci rivolto all’inconscio. La forza trasformativa della ricerca affonda nella memoria e si evidenza in visioni astratte: i desideri liberati inseguono luci trasversali di matrice concettuale.
Contrazione# 8709
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