A cura di Alessandra Santin e Giulia Adami
con la collaborazione di Michele Filippi
Il passato è immodificabile. Pierluigi Slis si oppone a questo assunto nel ciclo Terre Fragili, intervenendo sulla sua prima produzione pittorica e modificando con gesti taglienti le tele che raccontavano i luoghi della sua interiorità. Agendo con forbici, taglierini, lame, righelli, compassi, Slis ritaglia frammenti pittorici del suo passato che si trasformano in lampi di colore, stagliati su tele a campiture dense e omogenee.
L’artista, all’inizio della sperimentazione di Terre Fragili regala un nuovo punto di vista sul mondo, tracciando linee di forza e nuovi confini.
Sono operazioni che non distruggono ciò che è stato, ma lo rivisitano in modo analitico, secondo procedure stabilite e puntuali. Il processo di lavoro permette a Slis di recuperare, salvaguardare, interrogare e valorizzare un patrimonio prezioso di elementi che, isolati, acquistano nuova vita e libertà.
Le Terre Fragili sono dimore della Poesia.
PIERLUIGI SLIS
Pierluigi Slis (Wuppertal, 1974) vive e lavora a Revine Lago.
La sua ricerca esplora tematiche connesse ai processi psicologici e sociali che permeano l’esistenza e l’azione umana. Utilizzando strumenti come la pittura, la composizione ambientale, l’azione sociale o il video, l’artista da vita a opere aperte o effimere, caratterizzate da una certa insofferenza verso norme, estetismi e formalismi. Il fine è evocare una risonanza emotiva, un punto di domanda che inviti l’individuo a riscoprire la consapevolezza di sé.
Alcuni dei suoi lavori più rilevanti sono stati esposti e prodotti per importanti istituzioni pubbliche, tra cui si ricordano i giardini della Reggia di Venaria Reale, la New York University, il Parlamento Europeo a Bruxelles, e in occasione di manifestazioni internazionali come la 54° Biennale d’Arte di Venezia, il Festival Comodamente a Vittorio Veneto, il Verona Reload e il Gaenge Viertel di Amburgo.
La mostra Terre Fragili è un ritorno nella città scaligera: nel 2011 Slis realizza Zoll/1 nell’ambito di Verona Reload, un’installazione ambientale realizzata nell’ex piazzale di scarico presso il magazzino ferroviario di Porto San Pancrazio, trasformato temporaneamente in un percorso agricolo. L’opera ricorda l’aratura della terra e è stata eseguita con il minimo impatto ambientale, cercando di recuperare e convertire tutta l’energia residua del luogo. Una piazza come confine, come dogana tra il prima e il poi. Tra le opere più recenti si annoverano Behind the land a Villafranca di Verona e Daddyshake per la Bolzano Art Week nel 2023.